martedì 15 dicembre 2015

Dimagrire bene!


Tutte le diete funzionano, infondo è sufficiente mangiare meno per perdere peso, ma non tutte permettono di dimagrire in buone condizioni e soprattutto non tutte permettono di dimagrire in modo duraturo e senza riprendere peso!

È possibile perdere peso rimanendo in buona salute, senza carenze, e mantenere il peso raggiunto nel tempo, ma non sempre si sa come affrontare tutte le diete esistenti sul mercato. 


 
Perché, se tutte le diete proposte consistono nel limitare l'apporto calorico, 
non tutte sono senza rischio.

Infatti, quando si decide di fare una dieta, spesso ci si orienta in funzione della voglia di perdere peso velocemente, rischiando di dimagrire "male".
Tra le diete delle riviste, quelle alla moda e le diete "miracolose" che promettono di perdere peso troppo velocemente, del tipo "perderete 10 kg in 10 giorni", non si sa più quale scegliere.


Le diete standard, per esempio proposte spesso dalle riviste poco prima dell'estate, sono uguali per tutti, quando invece ognuno di noi ha necessità diverse. Infatti, non tengono conto dell'età, della corporatura, del peso che si desidera perdere o delle preferenze di ognuno. Sono direttive, non permettono di scegliere gli alimenti e ignorano le abitudini alimentari di ogni candidato al dimagrimento. Occorre allora fare la spesa in maniera specifica e mirata, secondo ciò che viene imposto. Perdere peso diventa così un'esperienza costrittiva e fastidiosa, possibile da seguire a breve termine, ma difficile sul lungo termine.


Le diete non equilibrate sono diete che eliminano gruppi di alimenti (senza glucidi – farinacei, pane e frutta -, senza grassi, dissociate, iperproteiche, ecc.). Più o meno velocemente ma inevitabilmente, finiscono per provocare stanchezza, irritabilità, frustrazione, mancanza di energia o addirittura perdita muscolare. Inoltre, quando sono seguite per un periodo troppo lungo, comportano carenze di nutrienti o micro-nutrienti (vitamine e minerali), che possono essere pericolose per la salute e provocare problemi cardiaci, renali, tumori, ecc. Spesso finiscono per essere abbandonate ancor prima di avere raggiunto il peso desiderato, con conseguente, rapida ripresa dei chili persi o addirittura di chili in più.

Anche le diete troppo rigide in termini di calorie sono abbandonate altrettanto velocemente perché provocano sensazioni di fame e frustrazione. È facile perdere peso quando non si mangia abbastanza. Sappiamo che si consiglia di alzarsi da tavola avendo ancora un po' fame, ma non al punto di avere la stessa fame di quando ci si è seduti! Le diete troppo rigide, permettendo di consumare alimenti in quantità troppo piccole, sono difficile da seguire e non tengono conto dell'appetito di ognuno.

Non abbiamo tutti lo stesso fabbisogno nutrizionale né le stesse preferenze alimentari.
Occorre tenere conto di molti fattori, soprattutto del metabolismo basale, ossia l'energia di cui l'organismo ha bisogno quando è a riposo. Per questo, certe persone possono mangiare più di altre senza prendere peso (a parte un'eventuale attività fisica).

Puntare sull'equilibrio alimentare per dimagrire senza riprendere peso

Si può dimagrire in modo duraturo solo con una dieta equilibrata, senza provare fame, che sia il meno rigida possibile, evitando la monotonia nell'elaborazione dei pasti.
 
- Non è necessario diminuire troppo l'apporto calorico della sua alimentazione per dimagrire. Molto spesso, basta avere un'alimentazione normale che corrisponda al fabbisogno calorico definito dagli organismi sanitari.

- Ogni gruppo di alimenti deve essere presente in generale nell'alimentazione e in particolare in una dieta. È importante mantenere una buona ripartizione degli alimenti e variarli per limitare le carenze.

Dimagrire rapidamente è possibile, ma a certe condizioni
Una dieta molto rigida o non equilibrata può essere pericolosa se viene seguita per un lungo periodo. Infatti, le carenze da ciò provocate comportano le conseguenze precedentemente citate, che possono anche essere irreversibili, come la diminuzione del metabolismo basale dovuta a diete rigide ripetute (diminuzione del dispendio energetico a riposo), che in seguito non permetterà più di dimagrire o renderà più difficile tale compito. Questo tipo di dieta non deve quindi essere seguita a lungo. Eventualmente, può permettere di cominciare a perdere peso velocemente, se seguita per 1 mese al massimo. Si tratta in seguito di reintrodurre progressivamente tutti gli alimenti per avvicinarsi il più possibile a un'alimentazione equilibrata e flessibile.



In conclusione

La maggioranza della popolazione ha provato almeno una volta nella vita a perdere peso, ma il rischio risiede nella scelta della dieta da seguire. Infatti, la maggior parte delle diete proposte sul mercato privano l'organismo dei nutrienti necessari al suo buon funzionamento, rischiando così di provocare squilibri e di aumentare successivamente la difficoltà di perdere peso. È preferibile, quindi, dimagrire un po' più lentamente ma in buone condizioni e in modo duraturo.

Rispettando una buona igiene di vita, un'alimentazione equilibrata e svolgendo un minimo di attività fisica - l'equivalente di 30 minuti di marcia al giorno - si potrà dimagrire senza difficoltà e soprattutto stabilizzare in seguito il peso forma una volta per tutte.


Fonte: Le Diet - Dr Benchetrit

lunedì 14 dicembre 2015

Gotta. Quali alimenti possono scatenarla?

I livelli di acido urico nel sangue stanno aumentando. Attenzione non solo alla carne rossa, ma agli eccessi di pesce, al fruttosio come dolcificante e ai superalcolici



La gotta, malattia infiammatoria delle articolazioni, e prima ancora l’iperuricemia, che ne costituisce il principale fattore di rischio, sono argomenti di grande attualità. Dagli studi epidemiologici, infatti, emerge che i livelli di acido urico nel sangue stanno aumentando a causa dell’epidemia di sovrappeso e delle modificate abitudini alimentari. 



La dieta come prevenzione
«È un dato che merita attenzione - avverte Claudio Borghi, professore di Medicina Interna all’ Università di Bologna - perché l’iperuricemia si associa anche a un aumentato rischio di ipertensione arteriosa, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari. Tale effetto risulta evidente già in età pediatrica e tra gli adolescenti nei quali interventi dietetici basati sul controllo dei livelli di acido urico potrebbero risultare di grande utilità preventiva». La dieta è quindi uno dei principali fattori sui quali intervenire: ma quale dieta? Esaminando i consigli per la prevenzione (e la gestione) di iperuricemia e gotta, fra gli alimenti da evitare o moderare si trovano, oltre a frattaglie, molluschi, selvaggina, estratti di carne, anche cereali integrali, legumi, frutta secca a guscio, ortaggi come spinaci e cavolfiori.



Purine da alimenti di origine animale
Il motivo? Il contenuto di purine, sostanze presenti in quantità variabile negli alimenti (ma anche nelle nostre cellule), dal cui metabolismo deriva l’acido urico. «In realtà - spiega Leonardo Punzi, direttore dell’Unità di reumatologia dell’Azienda ospedaliero- università di Padova, coautore di una recente revisione su questi temi, pubblicata su Swiss Medical Weekly - in iperuricemia e gotta la restrizione delle purine va limitata ai soli alimenti di origine animale. Lo confermano studi epidemiologici in cui il consumo di cereali integrali, frutta secca, legumi, oltre a frutta poco zuccherina, latte e derivati - a ba
Comunque, poiché tutte le carni e i pesci contengono purine meglio evitare quelli che ne sono più ricchi e in generale attenersi a 100 grammi per la carne e a 150 per il pesce. Ancor prima, fate attenzione al fruttosio, specie se usato in elevate quantità come dolcificante, ai superalcolici e alcolici, anche se il vino rosso pare non creare problemi, se assunto con moderazione. Importante anche una buona idratazione, la pratica regolare di attività fisica e, se necessario, un calo di peso».


Fonte:
www.corriere.it

lunedì 19 ottobre 2015

Pilates per rimettersi in forma!

Il proposito più comune tra l’intera popolazione mondiale è sicuramente quello, con l’anno nuovo, di dare spazio ad uno stile di vita più salutare e di fare maggiore attività fisica. Molte persone, donne in particolare, decidono di affidarsi a specifiche pratiche: tra le più scelte per rimettersi in forma vi è senza dubbio il pilates.
Il pilates, per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, consta in una serie di esercizi, con e senza attrezzi, fatti appositamente per diminuire la massa grassa e rinforzare i muscoli del corpo, dando modo allo stesso, tra i diversi benefici acquisiti, di acquisire più resistenza ed essere meno sensibile agli infortuni. Si tratta di mettere in atto, da soli o insieme ad un istruttore, dei movimenti controllati riguardanti principalmente il tronco ed il bacino, favorendo il rinforzamento dell’apparato muscolare e, non solo rimettere in forma l’organismo, ma anche preservarlo da patologie causate da una scorretta postura.

Il pilates, rispetto ad altri stili di fitness, possiede una particolarità: quella di coinvolgere anche la mente negli esercizi, dando a lei il compito, attraverso la concentrazione e la meditazione, di controllare meglio il corpo. Molto importante, nello svolgimento degli esercizi di pilates, è anche il controllo della respirazione. Unendo tutti questi fattori, si crea un sistema di lavoro perfetto per smaltire i risultati dei vizi accumulati e ritrovare la forma fisica. Il coinvolgimento è tale in questa tipologia di approccio all’attività fisica, che la stessa viene considerata perfetta per superare quello stato di spossatezza e tristezza che viene definita dagli esperti “January Blues”, la depressione di gennaio.

Se volete rimettervi in forma per il nuovo anno quindi, date pure spazio al pilates compatibilmente con le vostre condizioni di salute, attraverso manuali specifici o corsi tenuti da professionisti: non potrà che farvi del bene.

lunedì 12 ottobre 2015

Il Dietista è Professione regolamentata


Il Consiglio dei Ministri ha approvato questa mattina in via preliminare uno schema di regolamento di attuazione dei principi dettati dall’articolo 3, comma 5, del Decreto Legge n. 138 del 2011 in materia di professioni regolamentate.
Il DPR riguarda tutte le professioni ordinistiche, fatte salve in particolare le specificità di quelle sanitarie.
Lo schema di decreto contiene misure volte a garantire l’effettivo svolgimento dell’attività formativa durante il tirocinio e il suo adeguamento costante all’esigenza di assicurare il miglior esercizio della professione e quindi l’interesse dell’utenza.
È prevista l’obbligatorietà della formazione continua permanente. La violazione di questi obblighi è sanzionata disciplinarmente. È stabilita inoltre l’obbligatorietà dell’assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale, della quale deve essere data notizia al cliente.
La funzione disciplinare è affidata ad organi diversi da quelli aventi funzioni amministrative; allo scopo è prevista l’incompatibilità della carica di consigliere dell’Ordine territoriale o di consigliere nazionale con quella di membro dei consigli di disciplina territoriali e nazionali corrispondenti.


La pubblicità informativa è consentita con ogni mezzo e può anche avere ad oggetto, oltre all’attività professionale esercitata, i titoli e le specializzazioni del professionista, l’organizzazione dello studio ed i compensi praticati.
Con l’entrata in vigore del decreto in esame saranno abrogate tutte le norme incompatibili con quelle introdotte dal predetto. Successivamente, il Governo, entro il 31 dicembre 2012, provvederà a raccogliere le disposizioni aventi forza di legge che non risultano abrogate per effetto dell’articolo 3, comma 5 bis, del citato Decreto Legge.



Queste le professioni regolamentatehttp://www.andid.it/doc_caricati/file-1003-1.pdf


Fonte: Andid - Associazione Nazionale Dietisti

Il vero dimagrimento!


La parte più difficile del mio mestiere è far comprendere alle persone che il "numero" sulla bilancia è solo una piccola parte del tutto e che si può "dimagrire" anche se quel numero non scende!!! 

Chissà che questa immagine non sia più esplicativa di molte mie parole!!!

domenica 11 ottobre 2015

Nutrizione over 60

I cambiamenti fisiologici associati al processo dell'invecchiamento possono influenzare i fabbisogni nutritivi e anche l'intake dei nutrienti, ma bisogna abbandonare l'idea che oltre i 60 anni l'intervento nutrizionale debba essere rivolto essenzialmente ai pazienti fragili, malati e malnutriti.

La pratica professionale quotidiana ci insegna che molta della popolazione over 60 è infatti in buona salute e conduce una vita attiva caratterizzata da circostanze ambientali e sociali che possono influire notevolmente sul modo di alimentarsi.
L'alimentazione ha importanti ricadute sul processo dell'invecchiamento e sul benessere dell'anziano, promuove la sua salute, riduce il rischio di malattie croniche e qualora già ci siano ne riduce la progressione e i sintomi. 

Chi lavora con gli anziani deve essere proattivo nel dimostrare l'importanza che ha una corretta alimentazione, cosa saper scegliere quando si accede alla ristorazione collettiva o quando si acquista quanto ci mette a disposizione l'industria alimentare.
L'apporto energetico risulta talora eccedente le reali necessità fisiologiche correlate ad un ridotto dispendio energetico. La disidratazione si pone come una vera e propria forma di malnutrizione soprattutto in quei soggetti che cercano di ridurre la minzione per problemi di incontinenza. Un ridotto apporto proteico può esporre al rischio di sarcopenia e aumentare la fragilità.

Le principali indicazioni nazionali e internazionali non si discostano dal fabbisogno proteico per la popolazione adulta più giovane (0.8-0.9 gr/kg die) ma secondo alcuni esperti fabbisogni superiori a 1 gr fino anche a 1.5 gr per gk/die, potrebbero contrastare il catabolismo proteico. Adeguati apporti di Calcio e vitamina D sono necessari per contrastare l'impoverimento della massa ossea associati a una adeguata e costante attività fisica. Forme di gastrite atrofica e diete inadeguate sono causa spesso di carenza di vit. B12 e acido folico. Inoltre, un maggior consumo di verdure e frutta cotte o conservate, a discapito di quelle fresche, si traduce in un minor apporto di antiossidanti che può favorire la degenerazione maculare senile e contrastare la riduzione delle funzioni cognitive legato allo stress ossidativo a carico del tessuto nervoso. Chiudono il quadro un eccesso di sodio, zucchero e grassi saturi, talora aumentati anche per una riduzione della percezione del gusto.


È quindi auspicabile che i professionisti della nutrizione indirizzino i singoli cittadini e/o gruppi di popolazione verso scelte mirate e che le istituzioni favoriscano percorsi assistenziali e campagne educative finalizzate a questo target di popolazione, in un paese come il nostro dove 1/5 della popolazione ha oltre 65 anni e dove tale percentuale salirà nel 2025 a 1 abitante su 4.


Per approfondimenti:
1) Position of the Academy of Nutrition and Dietetics: Food and Nutrition for Older Adults: Promoting Health and Wellness - JAND, August 2012 Volume 112 Number 8
2) LARN - IV revisione 2014, SINU




Fonte: www.nutrizione33.it

giovedì 8 ottobre 2015

L’importanza delle visite di controllo durante la dieta

La maggior parte delle persone che si rivolgono ad uno specialista dell’alimentazione per dimagrire, non si presenta regolarmente alle visite di controllo. 

E’ abitudine frequente il dileguarsi una volta avuto il foglietto con “l’ambita” dieta, come se questo possa essere di per sé sufficiente a risolvere il problema del sovrappeso.
Un programma alimentare redatto con serietà deve essere a lungo termine, potrebbe cioè durare molti mesi, addirittura anni. Il motivo di ciò è dovuto al fatto che la prescrizione di una dieta non modifica il comportamento, quindi non ha senso puntare solamente su questa, perché sarebbe un sicuro fallimento. La prescrizione dietetica non motiva il paziente, è meglio stimolare la correzione del suo stile di vita, avviando con lui un rapporto empatico, un dialogo e una comunicazione condivisi allo scopo di raggiungere un benessere psicofisico, controllando lo stress in eccesso, bandendo sedentarietà e scorrette abitudini alimentari. É opportuno attivare una strategia che porti ad un cambiamento fortemente motivato, non esclusivamente dipendente dall’idea di raggiungere un aspetto esteriore migliore.

Il fallimento di una dieta è spesso legato al fatto che non viene seguita come trattamento a lungo termine, ma si tende a cambiare di continuo lo specialista, senza comprendere se l’errore è stato scatenato dalla poca costanza o scarsa motivazione.

 
Chi interrompe il piano educativo alimentare durante il primo anno fallisce sempre l’obiettivo, in pochi aderiscono al piano a lungo termine e raramente tornano dallo stesso specialista per avere un rapporto continuativo.

Se qualcuno riesce a mantenere la giusta percentuale di grasso dopo anni dall’inizio di un piano alimentare educativo, significa che ci possono riuscire anche gli altri, ma è indispensabile essere seguiti da un nutrizionista esperto. L’elemento forza della riuscita è la comprensione che il sovrappeso nuoce alla salute e che per contrastarlo efficacemente sono necessari e fondamentali la modifica delle abitudini alimentari, l’attività fisica regolare e il supporto dello specialista, il tutto con continuità e costanza, pena il fallimento dell’impresa.

Un soggetto che vuole dimagrire o comunque modificare la propria alimentazione per motivi di salute, riesce a farlo solo se è convinto e motivato di modificare le proprie abitudini
Occorre misurare o verificare sempre l’adesione alla dieta facendo regolari controlli periodici. Se l’adesione sarà parziale, scontato sarà il fallimento, perché l’efficacia della terapia nutrizionale è fortemente legata alla costante comunicazione fra specialista dell’alimentazione e paziente.

Fonte: Informasalus