mercoledì 2 febbraio 2011

Dieta in gravidanza

Nel periodo della gravidanza ogni futura madre deve nutrirsi in modo tale da mantenere se stessa in buona salute e consentire, nel contempo, ai tessuti fetali di formarsi e svilupparsi nella maniera migliore.
L’alimentazione corretta rappresenta uno dei presupposti fondamentali per la corretta evoluzione della gravidanza ed il normale accrescimento del feto, per questo quantità e qualità del cibo devono essere scrupolosamente controllate. Possiamo dire subito però che la dieta in gravidanza non dovrebbe discostarsi molto da quella che dovrebbe essere seguita in ogni altro periodo della vita, con la differenza che l’apporto calorico devo essere leggermente più elevato e che alcuni nutrienti devono essere sempre presenti.
La gravidanza si presenta come un evento biologico particolare durante il quale, mai come in nessun altro periodo della vita, la salute di un individuo dipende strettamente dalla salute di un altro. La nutrizione materna ha un ruolo fondamentale sia sul corso, sia sull’esito della gravidanza. Un buono stato di nutrizione della madre ancor prima dell’inizio della gravidanza, nonché una corretta ed adeguata alimentazione prima e durante il periodo gestazionale, sono condizioni essenziali per la prevenzione di una gran parte delle patologie neonatali.
Questo non significa che la donna in gravidanza deve “mangiare per due” anzi il peso corporeo va sempre monitorato perché non superi certi parametri stabiliti, ma è più ragionevole dire che una donna in gravidanza deve mangiare “due volte meglio”.
Durante la gravidanza la donna ha bisogno di più energia per la formazione di nuovi tessuti da parte del feto, della placenta, per l’aumento della massa sanguigna della madre e del tessuto adiposo. Inoltre il metabolismo di base aumenta nel 2° e 3° trimestre di gravidanza e così il consumo calorico associato ai movimenti della donna cresciuta di peso. Si parla di un costo energetico globale dell’intera gravidanza che varia dalle 40000 alle 80000 kcal.
Esistono alcune categorie di donne a rischio che sono comunque state riconosciute. Ne riporto un elenco:
ü  Donne che utilizzano sempre una dieta carente (diete dimagranti)
ü  Donne con gravidanze gemellari
ü  Donne fumatrici (o che facciano uso di alcol o droghe).
ü  Donne con intolleranza al lattosio
ü  Donne sottopeso o sovrappeso al momento del concepimento
ü  Donne che acquistano troppo o troppo poco peso durante la gravidanza
ü  Donne con scarse risorse finanziarie
Il controllo del peso durante tutta la gravidanza ha lo scopo di assicurare una nutrizione ottimale sia alla madre che al feto. L’aumento ponderale consigliato è compreso tra i 10 e i 15 kg. Chiaramente non esiste un valore assoluto viste le variabili da prendere in considerazione  per ogni singolo caso. Di fondamentale importanza però, è la valutazione del peso prima della gravidanza. La classe di donne con peso nella norma presenta la minore incidenza di patologia ostetrica ed i migliori esiti della gravidanza. Ovviamente le classi più a rischio sono le estreme (grandi sottopeso/sovrappeso).
Grossolanamente si può generalizzare in questo modo:
ü  primo trimestre: aumento di entità trascurabile.
ü  Secondo e terzo trimestre: circa 350/400g a settimana. Soprattutto il 3° trimestre vede un forte aumento per l’accrescimento del feto e della placenta.
L’eccessivo aumento di peso al momento del concepimento o durante il secondo e terzo trimestre comporta un affaticamento per la madre e può predisporre al diabete e alla gestosi.
Cosa è bene mangiare
Zuccheri complessi: Pane (meglio integrale) pasta, riso, cereali, legumi; il loro assorbimento è più lento. Limitare gli zuccheri semplici (dolci, bibite)
Proteine: E’ dovuto alle esigenze della nuova costruzione materna e fetoplacentare. L’incremento è di circa 8-10g/die rispetto alla dose giornaliera raccomandata. Le donne vegetariane che includono nella loro dieta latticini o pesce don dovrebbero andare in contro a carenze nutrizionali con frequenza superiore alle onnivore; maggiori problemi possono incontrare le vegane che invece si nutrono solo di alimenti di origine vegetale: queste necessitano di un’integrazione di proteine, ferro, acido folico, zinco e vitamina B12
Grassi: preferire l’olio extravergine di oliva; limitare il consumo di burro e margarine.
Vitamine e minerali: tutta la frutta meglio se fresca e di stagione, preferibilmente agli spuntini.
Fibre: cereali non raffinati, i legumi, le verdure e la frutta. La cellulosa (assorbe l’acqua ma non si scioglie) contribuisce a regolare le funzioni intestinali, la pectina (crea invece un gel e si scioglie in acqua) riduce l’assorbimento di carboidrati e lipidi. Il consumo giornaliero dovrebbe essere intorno ai 25-30 g/die. Considerando che la gravidanza predispone alla stipsi uno dei rimedi più efficaci resta l’utilizzo di fibra alimentare associata ad un elevato apporto idrico. È bene utilizzare però fibre solubili come il glucomannano che aumenta volume e massa delle feci, le lubrifica con il gel che si forma a contatto con l’acqua, ed è inoltre fermentato dalla flora batterica intestinale svolgendo anche una funzione probiotica. Esistono in commercio anche delle preparazioni “non medicalizzate” a base di glucomannano sottoforma di biscotti, crackers, cioccolato che a parità di efficacia con capsule e bustine risultano maggiormente gradite.
Sale: L’uso del sale dovrebbe essere ridotto per non accentuare la ritenzione idrica e per un miglior controllo pressorio, limitare l’uso anche dei dadi da brodo.
Bevande: in gravidanza si consiglia un’introduzione giornaliera di almeno 2 litri di acqua oligominerale. Durante l’allattamento poi tale quantità dovrebbe essere implementata della quota escreta con il latte pari a 800-1000 ml.
Alcuni semplici consigli
ü  Fare pasti piccoli e frequenti (4-5)
ü  Consumare quantità abbondanti di latte (meglio se parzialmente scremato) come tale o aggiunto ad altri alimenti per il contenuto in proteine nobili, calcio, fosforo, magnesio, vit.A e D.
ü  Consumare quotidianamente proteine ad alto valore biologico (carne, pesce, uova, formaggi, latte). Nelle donne negative al Toxo Test è importante evitare il consumo di carni crude, insaccati o stagionati (es.prosciutto crudo), verdura e frutta non correttamente lavate.
ü  Sostituire spesso la carne con il pesce (2-3 volte/sett) per il suo contenuto in acidi grassi polinsaturi, iodio e per una maggiore digeribilità.
ü  Consumare abitualmente ortaggi e frutta fresca per l’apporto di fibra, vitamine e sali minerali.
ü  Consumare cibi integrali.
ü  No alcol.
ü  Limitare il consumo di caffè, tè, bevande come la Coca Cola in quanto contengono caffeina.
ü  Non eccedere col consumo di cibi dolci.

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