mercoledì 26 settembre 2012

Barrette ai cereali


Barrette ai cereali? Gustose ma non dietetiche, lo sostiene un test della rivista inglese Which? Troppe ambiguità


Le barrette ai cereali sono gustose, possono essere uno snack pratico e più nutriente rispetto ad altri prodotti, ma certamente non sono dietetiche. A demolire le illusioni di chi spera di non ingrassare portando in ufficio o a scuola questi spuntini dall’aspetto naturale e ricchi di fibre è una ricerca commissionata dall’associazione di consumatori inglese Which. L’indagine ha analizzato una trentina dei prodotti più diffusi nel Regno Unito, tra cui le barrette prodotte da Kellogg’s, Cadbury e Mars.

Risultato: in genere queste barrette sono ricche di zuccheri - la metà di quelle esaminate ne contiene più del 30% - oltre a grassi saturi e sale, tanto che secondo gli esperti di Which dovrebbero essere classificate come dolciumi e non come alimenti salutari.

La rivista invita i consumatori a verificare la lista degli ingredienti dei vari prodotti per distinguere quelli altamente calorici ricchi di frutta secca e oleosa come uva passa o nocciole da quelli arricchiti con vari tipi di zuccheri (può esserci: fruttosio, glucosio, oligofruttosio, sciroppo di glucosio-fruttosio, zucchero).

Spesso il contenuto di zucchero è frazionato, e leggendo l’elenco degli ingredienti, la quantità di materia zuccherina sembra inferiore rispetto alla realtà.

In Italia questi prodotti non sono così diffusi ma cominciano a essere presenti sui banchi dei supermercati, posizionati di solito vicino ai cereali per la colazione in modo da confermarne l’immagine “salutare”.
In genere tutte le barrette superano le 400/450 calorie per 100 grammi, e se la singola porzione non supera le 150 calorie - che comunque non sono poche - è solo perché pesa poco più di 20 grammi.



                         Questo vale anche per prodotti dichiaratamente salutari, come le barrette Special K di Kellogg’s presentate come “ideali per chi vuole prendersi cura della propria linea”, o lo Snack All-Bran sempre Kellogg’s che si promuove con lo slogan “Le fibre sempre con te”. In sintesi si tratta di snack gradevoli ma non certo dietetici, che non contengono meno calorie e grassi rispetto a molti biscotti o altri dolci (pensiamo che 20 grammi di cioccolata amara contengono circa 100 calorie).



martedì 25 settembre 2012

Ferritina alta

L’iperferritinemia o più semplicemente la ferritina alta è una malattia correlata al sovraccarico di ferro nel sangue. Le cause possono essere diverse, dalle alterazioni metaboliche agli stati infiammatori acuti e cronici. L’iperferritinemia è asintomatica, ma si può diagnosticare attraverso una serie di analisi del sangue con dosaggio della ferritina.

La ferritina è una proteina prodotta dal sistema reticolo-endoteliale e svolge la funzione di immagazzinare il ferro e di rilasciarlo in caso di necessità. Si trova principalmente nel fegato, nella milza, nel midollo osseo, nella placenta, nel miocardio, nel sangue e anche nei tessuti tumorali. I valori normali di ferritina sono 60-400 ng/mL per l’uomo, 15-150 per la donna fertile, e 30-400 per le donne in menopausa.

La terapia in caso di ferritina alta prevede, accanto ai prelievi periodi di sangue (350-400 ml di sangue), la prescrizione di una dieta a basso contenuto di ferro e l’assunzione di chelanti, che, trasformando il ferro in un complesso in grado di essere filtrato dai reni, favoriscono la sua eliminazione attraverso le urine.
Per quanto riguarda l’alimentazione, occorre prima di tutto evitare l’assunzione di integratori di ferro e in seconda battuta rendere il sangue il più fluido con il consumo difrutta e verdure crude. Inoltre, svolgere un’attività aerobica con regolarità e costanza come la corsa, la bicicletta o il nuoto aiuta a tenere il peso corporeo sotto controllo, favorendo il miglioramento delle alterazioni metaboliche (trigliceridi, colesterolo, ecc.).
La ferritina alta non è una condizione da sottovalutare, poiché può comportare conseguenze anche gravi, causando l’insorgenza di patologie come cirrosi, fibrosi, cardiopatie, carcinoma epatico e artropatie delle articolazioni.


Fonte: Medicinalive