domenica 24 aprile 2011

Dieta vegetariana protegge dalle malattie cardiache

Secondo un nuovo studio effettuato presso la Loma Linda University, i vegetariani hanno un rischio significativamente inferiore di sviluppare una condizione associata alle malattie cardiache e ictus rispetto a persone che hanno le stesse caratteristiche, ma che mangiano carne.
I ricercatori hanno intervistato 700 adulti, sia vegetariani che non, ed hanno scoperto un’associazione tra una dieta a base di carne ed un rischio maggiore di sviluppare la sindrome metabolica, un precursore per malattie cardiache, diabete e ictus. Il rapporto spiega che la sindrome metabolica è definita come esposizione ad almeno tre dei cinque fattori di rischio totale: pressione alta, livelli elevati di colesterolo HDL, alti livelli di glucosio, trigliceridi elevati e una circonferenza vita maggiore di 88cm per le donne e 102 per gli uomini. Lo studio in questione ha scoperto che mentre il 25% dei vegetariani aveva la sindrome metabolica, il numero aumentava in modo significativo fino al 37% per i semi-vegetariani ed al 39% per i non-vegetariani.
"Non ero sicuro che ci sarebbe stata una differenza significativa tra vegetariani e non-vegetariani, e sono rimasto sorpreso dal contrasto scaturito dai numeri. Esso indica che i fattori dello stile di vita come la dieta possono essere importanti nella prevenzione della sindrome metabolica." ha affermato Nico S. Rizzo che ha guidato lo studio. Questa, ovviamente, non è la prima volta che i ricercatori scoprono che i vegetariani possono essere più in salute. Nel 2008, secondo uno studio tedesco del Cancer Research Center, si è scoperto che ivegetariani effettivamente vivevano più a lungo, con gli uomini e le donne che riducevano il loro rischio di morte precoce rispettivamente del 50 e 30%.

Fonte: Treehugger

sabato 23 aprile 2011

Obesità infantile, dieta errata della mamma in gravidanza predispone il bambino

Obesità infantile, una piaga delle società occidentali che fa pendere l’ago della bilancia pericolosamente, verso un livello a dir poco rischioso, che predispone a malattie croniche come il diabete ed ai big killers, sin dalla più tenera età. E mentre nei Paesi del Sud del mondo l’ago oscilla vertiginosamente verso la denutrizione e le patologie correlate, la ricerca da noi cerca in tutti i modi di scovare, nella genetica, nello stile di vita, nell’influenza dei media, nei fast food, nelle abitudini alimentari deigenitori, un capro espiatorio per l’epidemia di bambini obesi.
L’ultimo in ordine di arrivo, tra i tanti imputati, è il regime alimentare della madredurante i mesi di gravidanza. Quello che consuma abitualmente la donna mentre è in dolce attesa avrebbe infatti un peso rilevante nella predisposizione del bambinoall’obesità una volta nato.
A dirlo è un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori della Southampton University (Regno Unito), in via di pubblicazione sulla rivista di divulgazione scientificaDiabetes. Gli autori, coordinati dal dottor Keith Godfrey, hanno monitorato un campione di 300 donne incinte, seguendo la crescita dei loro bambini per tutta l’infanzia.
E’ risultato che, se la mamma esagera con il cibo spazzatura, ricco di grassi ed ipercalorico, piuttosto che seguire una dieta sana, il nascituro potrebbe essere predisposto all’obesità e tutto ciò indipendentemente dal fatto che la madre sia di costituzione normale o abbia già problemi di peso.



Come a dire... l'educazione alimentare inizia già nella pancia di mamma!


Fonte: Medicina Live modificato